domenica 5 febbraio 2012

Il mistero degli studenti scomparsi durante le ultime lezioni


C'è un paradosso che mi ha sempre fatto riflettere. Si tratta di una stupidaggine, ma non so perché ci ho sempre fatto caso senza darmi risposte definitive... credo di essermi illuminato quando, in una sua lezione, pure il prof. Kammerer citò questo fenomeno:
Durante le ultime lezioni di ogni corso, il numero di studenti presenti in aula cala drasticamente.
Si tratta di un dato di fatto abbastanza frequente, spiegabile in maniera molto banale.
Dal momento in cui gli studenti si giustificano spesso con il docente attribuendo la colpa dell'assenza allo studio pressante, una prima ipotesi potrebbe essere la seguente: se le ultime ore del corso sono molto vicine alla sessione d'esame, gli studenti preferiscono studiare piuttosto che frequentare. Questo discorso è effettivamente valido se gli studenti sono alle ultime lezioni del corso A e devono prepararsi per l'esame B, quindi dicono: “che diavolo me ne frega del corso di paleontologia romanza se devo dare l'esame di termologia organica?”. Ma capita altrettanto spesso che gli studenti (noialtri, insomma) non frequentino le ultime lezioni del corso A quando stanno preparando l'esame A – lo stesso esame. Si potrebbe qui dare la colpa al prof., il quale, magari, ripete sempre le stesse cose, e ri-sentirlo per la milionesima volta ripetere la solita solfa è considerato meno produttivo che memorizzare quegli stessi argomenti direttamente spaparanzati sul divano di casa propria. Un possibile contro-argomento, tuttavia, è il celebre repetita iuvant, per il quale, per come la vedo io, preferisco ascoltare il prof. ripetere la lezione già spiegata con un lessico appropriato una volta in più, magari ascoltandolo con attenzione per capire meglio i dettagli, piuttosto che accontentarmi e poi rischiare di ritrovarmi sempre su quel divano a piagnucolare: “ma che cazzo ho scritto negli appunti? Che roba è?”.
Un altro argomento potrebbe essere, sempre nel caso dell'assentarsi dal corso A mentre si prepara l'esame A, è questo: si è rimasti indietro, quindi tanto vale recuperare il malloppo piuttosto che perder tempo sui dettagli col prof. Anche questo è un valido argomento, anche se, pure qui, si potrebbe pensare che spesso i docenti nelle ultime lezioni tendono a ripetere qualcosa anche delle prime, per ripassare il programma. Ma, di nuovo in risposta: ciò non accade sempre.
C'è pure un possibile “argomento noia”, per il quale lo studente, arrivato alle ultime lezioni, si è talmente rotto di stare all'Università che preferisce un coitus interruptus, piuttosto che (re)stare ancora nella città universitaria fino alla fine del rapporto con il corso. Non viene, ma va – a casa.
Di argomenti ce ne sono, come vedete, a bizzeffe. Aggiungo, da mezzo filosofo, che non è facile generalizzare; probabilmente ogni situazione, ogni corso ed ogni docente hanno una spiegazione a sé. Ma, sempre da mezzo filosofo, mi piace provare a generalizzare. Insomma, è sempre un discorso a metà.
Spero di aver stimolato i lettori ad analizzare e congetturare su questo oscuro fenomeno.

p.s. L'ipotesi più probabile, ovviamente, è che tutti gli studenti scomparsi siano chiusi in bagno. Presumibilmente, dopo aver letto 'Lo Stimolo'.  

2 commenti:

  1. Oppure sono in balia delle nevicate siberiane di eccezionale portata da fine semestre.

    ... Io ho sempre frequentato fino alla fine. Gli unici in cui mi sono volatilizzata con una gradualità impercettibile erano quelli noiosi, e il ragionamento era: "Perché devo andare a dormire sul banco quando posso fare la stessa cosa comodamente sul divano di casa mia guardando CENTOVETRINE???"

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  2. Be’, sì: le possibili spiegazioni si sprecano, hai proprio ragione, Mò – anche se senz’ombra di dubbio la più probabile è quella del p.s. (tra l’altro, qua il numero di visite è in lievitazione =D)! Anche quelle di Viola reggono – sia quella della neve (o ma per le lauree di Ale e della Fede dite sarà agile Urbino, sì?!) che quella delle “centovetrine”, pure nel caso in cui le “centovetrine” stiano per “shopping” sfrenato da ultime ore prima del rientro a casa per i fuori-sede.

    Avanzo solo un altro ‘stimolo’ di riflessione (che in parte però si riconnette al corso noioso):
    _ per alcuni la frequenza al corso A potrebbe essere vissuta semplicemente come un ‘obbligo’ – prim’ancora che come una palla –: si rimboccano le maniche all’inizio ma, giunti quasi al termine e fatta buona parte del proprio dovere, le estremità delle maniche sono ormai ai polsi, al punto che si è pronti per lavarsi le mani e tornare a casa. Tanto già si sono presi abbastanza appunti e, le conclusioni del corso (sì dai, quelle che di solito sono considerazioni estemporanee del prof o codicilli a pié di pagina e per di più tra parentesi), all’esame non arriverà a chiedere proprio quelle.

    Non sapevo che pure Kammerer avesse tirato fuori questa storia! Immagino che contro una simile tendenza, infine abbia concluso: “studenti di tutto il mondo, unitevi!” =P Scherzo.

    Buona seduta, Mò!

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