venerdì 20 aprile 2012

Accenti

Il sonno della ragione genera mostri (Francisco Goya)
Non sono niente. Non sarò mai niente. Non posso voler essere niente. A parte questo, ho dentro me tutti i sogni del mondo (Fernando Pessoa)


Sospesi in una giornata invernale, in quella comodità precaria che si può provare stando a sedere sullo schienale di una panchina, perché una nevicata si è presa tutto il posto che offre il sedile.



Sekkei: “Sai, Siedrick, dici che sia tanto carino questo mio parlare ricordando per interiezioni il nome proprio delle persone.
Sekkei (pensando tra sé e sé): “Io, Siedrick, lo trovo ripugnante, ridondante, squallidamente consolante che un uomo abbia bisogno di essere confortato rammentandogli di rammentare il proprio nome.”
Sedrick: “Sì, mi sorprendi ogni volta… perché così riesci a valorizzare le persone. Ricalcando i nomi propri delle persone nelle conversazioni, mi sembra tu riesca a chiamare la cosa con il proprio nome – fai risaltare il suo essere…”
Sekkei: “…ah! Interessante, davvero…”
Sedrick: “…molto, anche perché un modo di vedere le cose del genere non so neppure con quale posizione, nominalista o realista, possa intonarsi… Dovrei rifletterci su!”
Sekkei: “Bah, sono un ignorantone, Siedrick… Non potrei esserti d’aiuto alcuno; non conosco bene la disputa sugli universali purtroppo… provo ad interessarmi d’Oriente…”
Sedrick: “Oriente?! Be’, non me ne volere e prendi la mia critica come la critica che viene da un appassionato di filosofia medievale, che peraltro non conosce neppure approfonditamente le filosofie orientali… ma a me sembra che l’Oriente sia troppo spiritualistico.”
Sekkei: “Spiritualistico? Ah, sì ok… Be’ a te pare troppo spiritualistico, Siedrick ma…”
Sedrick: “…guarda… te lo dico ora… non vorrei sembrare… ma si dice Sedrick con la ‘è’…”
Sekkei: “…d’accordo, scusami Sèdrick. La mia memoria è un po’ “caduca” (con la ‘à’) – passami l’espressione…”
Sedrick: “…non vorrei sembrare di nuovo… ma si dice caduca con la ‘ù’…”
Sekkei (giusto pensando): “No, tranquillo… tu non sembri, Sèdrick; tu hai ragione… tu sei! Sì, nel tuo volere ricordare alle cose che hanno uno ed un sol nome, tu, Sèdrick, hai non solo una ragione ma tutte le ragioni del mondo – o quantomeno di un mondo che non vuole sembrare di essere perché vuole essere... ahaṃkāra...
Sekkei (ad alta voce, con meraviglia): “…oh, guarda laggiù! C’è la neve che ricopre e possiede l’intero parco. Non sono l’unico, non siamo gli unici – se anche tu vedi, Sèdrick – a violare l’intimità di questo splendido e gratuito far l’amore della natura; ci sono una mamma ed un bambino che reclamano il diritto a godere pure loro del loro parco che, nell’offrire gioia, mai a nessuno si rivela essere troppo parco. Sono lontani, figure distanti e forse troppo difficili da mettere a fuoco. Lo so. Ma almeno la mamma, con quella sua esuberante statura, la puoi ben scorgere, Sèdrick; sembra si sia appena infilata un bel paio di guanti per difendere le mani dal freddo, per poi sollevare da terra un po’ di neve, improvvisando un qualche gioco per il bambino. Se non l’intravedi, tranquillo; sentirai almeno le parole che bisbiglia anche se non si sa se rivolte alla neve, se rivolte al bambino o, com’è probabile, addirittura a sé stessa: - «Guarda, guarda… è la neve che cade». Ed ora fa’ attenzione ed osserva, anche se so che non lo farai, Sèdrick, perché hai già visto quel che volevi vedere, perché il bambino laggiù si presenta dalla statura troppo modesta, dalla voce troppo fioca; un bambino evanescente che risponde al bisbigliare della mamma in maniera altrettanto evanescente – un sorriso ed un nudo ‘eee’ indefinito, indefinibile. Neanche si fosse visto e letto tutto Beckett per capire quanto delle volte sia più realistico uno spiritualistico ‘eee’ che non un razionalissimo ‘è’.”
Sedrick: “Be’, vedo chiaramente la mamma, il bambino un po’ meno, il tipico spiritualismo che volevo smascherare un po’ di più. E mi sembra stupido… questo tuo ‘eee’ismo ad effetto tanto quanto senza sostanza e fuori luogo. Si stava discutendo di cose serie – nominalisti, realisti, spiritualisti; e tu te ne esci fuori con tutte queste cose allotrie al contesto – la natura che amoreggia, la neve, l’‘eee’izzare il mondo. Ma che c’entra?! La tua memoria dev’essere proprio annebbiata da questo tuo Oriente, se non riesce più a ricordare neppure quel commento di Hegel al cattivo argomentare di Diogene che, per smentire quel tizio convinto che non esistesse il movimento, si alzò e si mise a camminare. Non è questo filosofare: le risposte vanno date sullo stesso piano delle domande… ed ancora: se qualcuno combatte con la spada, sarebbe insensato e scorretto affrontarlo col fucile! Ecco perché andavo dicendo che queste filosofie orientali mi sembrano condite con troppo spiritualismo: eludono le questioni, non risolvono ma spostano i problemi su un altro piano. Insensate e scorrette! Buona parte della scienza s’impegna alacremente per trovare la via di mezzo nel sentiero della conoscenza, per non cadere nella via del dogmatismo da un lato e nella via dello scetticismo dall’altro; lo spiritualismo arriva, travolge e trasferisce tutto su un’altra pista – comoda via d’uscita, inventata di sana pianta, per sfuggire al lavoro duro. Non è tanto carino da parte sua, questo confondere le carte in tavola, non chiamando le cose col nome che hanno…”
Sekkei: “…caspita, scacco! Quasi m’arrendo davanti questa tua saggezza, super-filosofo.”
Sèdrick: “…non vorrei di nuovo sembrare, mettere sempre i puntini sulle ‘i’… ma forse non hai ben compreso: non sono affatto super-filosofo… sono Sedrick con la ‘è’…”
Sekkei: “…tu lo dici, Sèdrick, hai ragione in tutto… anzi, hai la ragione – è più preciso e referenziale, compendia in sé tutti i puntini sulle ‘i’…”


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